Arti figurative
Uomo-cane, un binomio o meglio una simbiosi che nasce più o meno 14.000 anni fa’.
Il cane, inizialmente sfruttato per le sue caratteristiche di guardiano e cacciatore, attraverso i secoli si ritaglia anche il ruolo d’amico fedele, già Plinio lo ricorda in questo ruolo, assieme al cavallo.
Nella mitologia occidentale il cane è legato alla figura di Diana ed ad altri cacciatori come Adone, Cefalo.
Nell’iconografia classica il cane è generalmente legato all’idea di fedeltà, nel medioevo lo si trova spesso su manufatti lapidei, nell’iconografia cristiana lo si trova come attributo di San Rocco, di San Domenico e Margherita da Cortona, ecc. ed in innumerevoli rappresentazioni quali Tobia e l’angelo.
Nell’umanesimo e nel rinascimento la figura del cane diviene molto comune anche nella ritrattistica di corte, in corrispondenza ad una diversificazione ed ad un aumento delle attività svolte dal cane nella vita quotidiana.
Le opere in cui sono rappresentati i cani sono innumerevoli e per un approfondimento esistono testi molto interessanti, che spaziano dalle culture occidentali a quelle orientali, dall’arte classica alla fumettistica (alcuni testi sono citati nelle bibliografia generale), ma in questa breve sezione abbiamo voluto inserire, in ordine cronologico, solo opere in cui compaiono levrieri ed opere a cui siamo legati sia sentimentalmente che territorialmente.